Le favole dei ragazzi

Le favole dei ragazzi


Il gatto e i topolini.

In una casa d’inverno, un gatto stava dormendo su un divano mentre alcuni topolini molto assetati stavano bevendo il latte del gatto.

A un certo punto  il gatto si svegliò e vide i topolini che stavano bevendo il suo latte, allora si mise ad inseguirli.

I topolini corsero immediatamente dentro il buco dove c’era la loro madre che mentre gli abbracciava gli rimproverò: <<Avete preso un bel rischio! Non bisogna uscire quando il gatto è addormentato, perché potrebbe svegliarsi!>>  I  topolini tutti tremanti risposero in coro: <<Pensavamo fosse andato via!>>

La favola ci insegna che quando il gatto non c’è i topi ballano, ma quando il gatto c’è i topi scappano.

di B. A.


La tartaruga, il bradipo e la lepre.

Una tartaruga vide un pezzo di formaggio e ovviamente pensò di mangiarlo e si avviò con la sua lentezza a prenderlo. Anche un bradipo vedendo lo stesso pezzo di formaggio si avviò.

I due si incrociarono  e iniziarono a litigare per stabilire chi dei due avesse più diritto di avere il formaggio.

Nel frattempo arrivò una lepre che svelta prese il pezzo di formaggio se lo mise in bocca e scappò via.

La favola ci insegna che tra i due litiganti il terzo gode.

di M.T.


Il pesce e lo scoiattolo

In un bosco vicino ad un laghetto in estate uno scoiattolo stava sgranocchiando una ghianda sul suo solito albero, quando un pesciolino gli disse:<< Vieni a rinfrescarti un po’! Facciamo una nuotata insieme fino all’altra sponda!>>

Lo scoiattolo accettò l’invito, si avvicinò all’acqua, ma vide una pinna dirigersi verso di lui minacciosamente e scappò immediatamente.

Dopo qualche giorno lo scoiattolo invitò il pesce nella sua tana per una merenda.

Il pesce si presentò all’appuntamento, ma scoprì che era stato invitato anche il suo nemico numero uno: il gatto.

La favola ci insegna che chi la fa l’aspetti.

di D.P.


Il Piranha e il Leone marino

Un giorno d’estate un piranha stava nuotando a casaccio nel mare, quando incontrò un leone marino che stava dormendo beato su uno scoglio. Il piranha gli disse:<< Ciao, scommetto che con tutto quel pelo e quel grasso sarai lentissimo! Voglio fare una gara con te per dimostrarti che solo noi pesci sappiamo nuotare velocemente. >> Il leone marino un po’ assonnato rispose:<<Accetto la sfida, ma se vinco ti lasci mangiare.>> Il piranha rispose:<< bene nuoteremo fino a quello scoglio laggiù.>>

Dopo che furono partiti il leone marino notò che il piranha, dopo una partenza scattante, cominciava ad essere un po’ stanco, lo sorpassò e tagliò il traguardo per primo.

Il piranha a quel punto si allontanò cercando di scappare, ma Il leone marino lo fermò e gli disse:<< Caro amico mio, oggi imparerai con la tua vita a non giudicare un libro dalla sua copertina.>>

di A.D.


Il gatto e il canarino

Un gatto golosone andò in cucina e visto che il padrone non c’era volle mangiare tutto il cibo che c’era nel frigorifero.

Mentre questo andava in cucina, un canarino dispettoso prese tutto il cibo e lo buttò fuori dalla finestra.

Il gatto che si accorse che mancava il cibo e sapendo che era stato il canarino a buttarlo via, andò a mangiare i suoi semi.

La favola ci insegna che chi la fa l’aspetti.

di L.G.


Il cane e la volpe

Una notte molto buia di primavera un cane stava facendo la guardia nel giardino del suo padrone, quando un ladro si avvicinò.

Il cane immediatamente dopo aver sentito il ladro, cominciò ad abbaiare e poi gli addentò la coscia. Il padrone si svegliò e vedendo il ladro in fuga, diede in premio al cane un osso grandissimo, due pezzi di carne.

Poco dopo una volpe, attratta dal profumo della carne, si avvicinò al giardino e, approfittando dell’assenza del cane che nel frattempo era entrato in casa, gli rubò tutto.

Un po’ di tempo dopo il cane tornò in giardino e si accorse che i suoi premi erano spariti , ma seguendo il suo fiuto, arrivò alla tana della volpe nella quale c’erano delle provviste tra le quali anche i suoi premi.  Allora prese tutto il bottino e ritornò a casa.

La favola ci insegna che chi la fa l’aspetti.

di R.E.S.

 

LA FAVOLA

LA FAVOLA


  • Che cos’è?

La FAVOLA è una breve e semplice narrazione in versi o in prosa di una storia i cui protagonisti sono generalmente ANIMALI.

E’ scritta per insegnare a distinguere attraverso l’esempio le qualità positive degli uomini da quelle negative, i VIZI dalle VIRTU’, per dare un insegnamento, una MORALE.


  • Quali sono le sue caratteristiche e la sua struttura?

La struttura

La narrazione della storia nella favola è composta da un solo episodio ben diviso in tre situazioni differenti:

  1. situazione iniziale;
  2. situazione intermedia o svolgimento;
  3. situazione finale.

I protagonisti

Generalmente sono animali che parlano come gli uomini e interpretano dei ruoli fissi, rappresentando coi loro comportamenti negativi o positivi i vizi o le virtù umane.

Le caratteristiche degli animali raffigurano in modo più evidente e più facile da capire i caratteri e le azioni degli uomini.

I personaggi delle favole sono sempre in netta contrapposizione gli uni con gli altri.


Il tempo e lo spazio

Sono sempre indefiniti, perché ciò che conta  è l’insegnamento che deve essere valido sempre in ogni luogo e in ogni epoca, non limitato al tempo e allo spazio indicati nella favola.

Tempo sempre vago e impreciso:

  • in un momento del giorno: una mattina, un giorno, un pomeriggio, una sera, una notte;
  • in una stagione: una primavera, un’estate, un autunno, un inverno.

Spazio sempre vago e impreciso:

  • in luogo chiuso: in una stanza, in una caverna, in una casa, in un buco, in una scatola;
  • in luogo aperto: in un bosco, in un campo, in una strada, in un sentiero, su un albero, sopra una montagna.

La morale

E’ scritta per insegnare a distinguere attraverso l’esempio le qualità positive da quelle negative, i VIZI dalle VIRTU’, per dare un insegnamento su come giudicare i comportamenti dell’uomo.

Può essere ESPLICITA, cioè scritta ed esplicitata chiaramente dallo scrittore, oppure detta da un protagonista della storia.

Oppure può essere IMPLICITA, cioè non detta, non scritta chiaramente nel testo. In questo caso il lettore dovrà riflettere sugli eventi e sulle situazioni per ricavarla da solo.


Il linguaggio

Il testo deve essere molto semplice, perché è rivolto a tutti grandi e piccini, quindi tutti devono essere in grado di capirlo e comprenderlo.

Molto spesso è presente il discorso diretto tra i protagonisti :<<Due punti – aperte le virgolette – MAIUSCOLO – punto – chiuse le virgolette.>>

Ci possono essere dei monologhi  parole o frasi pronunciate da un personaggio che non si rivoge a qualcuno in particolare, ma a se stesso.


  • Come si fa una favola?
  1. Individuare lo scopo della favola quindi per fare questo bisogna trovare un detto, un proverbio, una contrapposizione tra cosa è bene e cosa è male, cioè LA MORALE DELLA FAVOLA
  2. Scegliere come protagonisti  2 o 3 animali e le loro caratteristiche (vizi e virtù) che devono essere contrastanti cioè in opposizione tra di loro.
  3. Immaginare la vicenda, che cosa potrebbe accadere tra i personaggi; scegliere il luogo e il tempo che devono essere indeterminati. Scrivere la situazione iniziale e considerare che se la morale condanna un vizio tutte le azioni del personaggio a questo abbinato dovranno essere coerenti e ben riconoscibili.
  4. Le situazioni intermedia e finale mettono a confronto il vizio o il comportamento sbagliato con quello opposto dell’altro personaggio.
  5. La situazione finale dovrà dimostrare la morale scelta e le conseguenze che ne possono derivare.
  6. Usare un linguaggio molto semplice, caratterizzato da frasi brevi. Bisogna usa il discorso diretto per i dialoghi tra i personaggi.
  7. Dare un titolo alla favola

Schema narrativo della favola

  • Titolo favola
  • situazione iniziale
  • situazione intermedia o svolgimento
  • situazione finale
  • morale

Titolo

La fine per delle galline

Personaggi:

La volpe, la faina e il lupo.

Vizio del lupo essere ingordo, vizio della faina essere ingorda e virtù della volpe essere furba.

Luogo:

In una fattoria.

Tempo:

In primavera, di notte.

Situazione iniziale:

Un lupo stava andando in una fattoria, di notte e immaginava già una gallina nel suo stomaco, nello stesso tempo una faina si stava avvicinando alla fattoria.

Situazione intermedia:

Il lupo urlò:<<Devo mangiare io la gallina, sono arrivato prima io!>>. La faina rispose:<<Sono arrivata prima io!>>. Le galline spaventate dalle urla si allontanarono.

Una volpe che era nei paraggi, sentì quelle urla e si avvicinò. Il lupo e la faina non se ne resero conto e continuarono a bisticciare.

Situazione finale:

La volpe andò a cercare le galline e se le mangiò, poi si diresse verso i due litiganti e disse:<<Hmm…erano veramente saporite le galline!>>

Morale:

La favola ci insegna che tra i due litiganti il terzo gode.


 

ELISIONE e TRONCAMENTO

ELISIONE (apostrofo)

Si applica quando si toglie la vocale finale di una parola seguita da un’altra parola che inizia con vocale.

obbligo:

  • LO, LA + vocale
  • PREPOSIZIONI ARTICOLATE con LO e LA + vocale
  • QUELLO, QUELLA + vocale
  • BELLO, SANTO + vocale
  • CI + verbo che inizia con la E
  • ANCHE + IO, EGLI, ESSO, ESSA, ESSI, ESSE

divieto

  • LO, LA + IA, IE, IO, IU
  • UN + vocale NOME MASCHILE
  • CI+ verbo che inizia con vocale o H
  • pronome personale LI, LE + verbo che inizia con vocale

    TRONCAMENTO (senza apostrofo)

Si applica quando si toglie la vocale finale di una parola seguita da un’altra parola che inizia con vocale.

obbligo:

  • ALCUNO, NESSUNO, CIASCUNO + vocale (nome)
  • BUONO + vocale
  • BELLO + consonante
  • SANTO + consonante
  • QUELLO + consonante
  • SIGNORE, PROFESSORE, DOTTORE, INGEGNERE, CAVALIERE, SUORA, FRATE + nome proprio
  • AMORE, BENE, FIORE, FINO, MALE (espressioni fisse)

divieto

  • parole che iniziano con s+ consonante, x, z, ps, gn

 

ALFABETO e SILLABAZIONE

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L’alfabeto è formato da 5 vocali 15 consonanti e da 1 lettera muta per un totale di 21 lettere alle quali si aggiungono 5 lettere (consonanti) dell’alfabeto greco.


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DIGRAMMI e TRIGRAMMI

In italiano ci sono dei suoni che non trovano una lettera specifica che li rappresenti e quindi bisogna ricorrere a due lettere:  DIGRAMMI

abbiamo DIGRAMMI:

GL  +  I   egli,  togli,  negli, (fanno eccezione glicine, negligenza, glicerina)

GN +  A/E/I/O/U  montagna,  cagnolino,  bagnetto

SC   +  E/I   scimmia,  scema,  scempio, scimpanzè

CH  +  E/I   oche,  orchidea,  occhi, cherubino

GH  +  E/I   streghe,  ghepardo,  ghiro,  righina

CI    +  A/O/U   ciao,  cioccolato,  ciuffo,  abbraccio

GI    +  A/O/U  giallo,  giovedì,  giusto

o a tre lettere  TRIGRAMMI

abbiamo TRIGRAMMI:

GLI +  A/E/O  figlia,  maniglie,  piglio

SCI +  A/E/O/U   sciare,  scie, sciolto,  sciupato


I digrammi e trigrammi nella sillabazione vanno considerati un corpo unico cioè non si separano.


REGOLE PER LA SILLABAZIONE

La sillaba è un suono o più suoni che si emettono con una sola emissione di voce. Nella sillaba c’è sempre una vocale.

le parole possono essere composte da :

1 sillaba: monosillabe  a,  me,  tu,  gli,  che,  chi

2 sillaba: bisillabe  ca-ne,  be-re,  sot-to, a-mo

3 sillaba: trisillabe  ca-ni-le,  au-ti-sta, ba-ri-le

+3 sillaba: polisillabe  in-de-ter-mi-na-ti-vo,  po-sta-zio-ne,  pe-ri-fe-ri-ca,


regole per la sillabazione:

  • una consonante + vocale
  • ci gi + vocale
  • DIGRAMMI e TRIGRAMMI
  • DITTONGO e TRITTONGO
  • (prefisso) DIS,  IN,  TRANS,  MAL,  TRA, BEN
  • IATO
  • vocale o dittongo ad inizio di parola
  • doppia consonante
  • s+consonante

DITTONGO, TRITTONGO e IATO

Schema del contenuto dell'articolo

dittongo-trittongo-iato


Il dittongo e il trittongo sono costituiti da due tre vocali inseparabili che costituiscono una sillaba, cioè si pronunciano con una sola emissione di suono.

Queste vocali non si separano quando si va a capo.


schema-dittongo


  • VOCALE DEBOLE  +   VOCALE FORTE
una debole I, U (che diventa semiconsonante quando si trova davanti) + una forte A, E, O  
  •   VOCALE FORTE    +   VOCALE DEBOLE
una forte A, E, O  + una debole I, U (che diventa semivocale quando si trova dopo)
  •   VOCALE DEBOLE  +  VOCALE DEBOLE
una debole I, U   +  una debole I, U   

dittongo


esempi delle combinazioni:

  • dittongo ascendente =  semiconsonante  +   VOCALE FORTE

IA  a-ria,  piat-to,  cop-pia,  pia-no,  via-le,  

IE  fie-no,  pie-no,  sie-ro,  se-rie, sto-rie,  schie-na,  vie-ni,  

IO  pio-ve-re,  bio-ma,  as-sio-ma,  liu-ta-io,  pas-sio-ne,  

UA  guas-to,  sguar-do,  gia-gua-ro,  quar-to

UE  guer-ra,  due-mi-la,  pue-ri-le,  questo,  

UO  uo-vo,  uo-mo,  vuo-le,  suo-le,  duo-le,  scuo-le,  suo-no,  

  • dittongo discendente =  VOCALE FORTE +  semivocale

AI   mai,  sai,  fa-rai,  zai-no,  bai-ta,  lai-do,  

AU  au-gu-ri, au-men-to,  flau-to,  au-la,  lau-ro,  

EI  sa-rei,  nei,  ple-bei,  lei,  sei,  

EU  Eu-rò-pa,  eu-ta-na-si-a,  neu-ro-lo-go,  

OI  foi-ba,  coi-ben-ta-to,  poi,  noi,  

  • dittongo con semiconsonante  + semivocale

IU  fiu-me,  piu-me,  fiu-to,  liu-ta-io,  

UI  gui-da,  lui,  sui-no,   sui-ci-da,  quin-di, 


Il TRITTONGO è costituito da tre vocali

  • VOCALI DEBOLE  VOCALE FORTE + VOCALI DEBOLE
  • VOCALI DEBOLI  VOCALI DEBOLI  VOCALE FORTE
  • VOCALE FORTE  + VOCALE DEBOLE  VOCALE DEBOLE

trittongo


esempi delle combinazioni:

  • una semiconsonante + VOCALE FORTE + una semivocale

IAI  scam-biai,  

IEI  miei,  

UAI  guai,  an-nac-quai

UOI  buoi,  suoi,  

  • due semiconsonanti + VOCALE FORTE

UIE  quie-te, 

UIO  col-lo-quio

IUO  a-iuo-la,

UIA  re-li-quia


lo IATO è composto da due vocali che si separano, sia nella sillabazione, sia quando si va a capo, quindi non è un dittongo.


schema-iato


  • VOCALE FORTE  +  VOCALE FORTE
( A, E, O ) + ( A, E, O )

peo-nie,  ga-leot-to,  leo-ne,  bea-to,  poe-ta,

Pao-lo


  • VOCALE FORTE  +  VOCALE DEBOLE (con accento)

( A, E, O ) + ( I, U ) accentata

moi-ne,  fai-na,  pau-ra,  vei-co-lo

 


  • VOCALE DEBOLE (con accento)  +  VOCALE FORTE

( I, U ) accentata + ( A, E, O )

ar-pie,  go-lia,  tua,  su-a,  due


  • con i prefissi: TRI-,  BI-,  RI-,  RE–  +  vocale ( A, E, I, O, U )

trian-go-lo,  bia-tlon,  rior-di-ne,  rein-ven-ta-re



Dopo le consonanti G – C – SC – GL  +  I  + VOCALE

La I è solamente un segno grafico per rendere il suono delle consonanti dolce.

giac-ca,  ciuf-fo,  fa-mi-glia,  scio-pe-ro,  gio-co,

giu-sto,  ca-mi-cia


Clicca sul collegamento qui sotto per visualizzare il pdf degli esercizi sul dittongo, trittongo, iato

dittongo-trittongo-iato

 

Clicca sul collegamento qui sotto per visualizzare il pdf degli esercizi corretti sul dittongo, trittongo, iato

correzione-dittongo-trittongo-iato


Il video della lezione sul DITTONGO, TRITTONGO e IATO

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link interessanti:

http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/divisione-sillabe