Arduino

int ledPin = 13; // select the pin for the LED

int bloccodigitale = 8;
const int buttonPin = 2;
int buttonState = 0;

byte lastButtonState = LOW;
unsigned long debounceDuration = 50; // millis
unsigned long lastTimeButtonStateChanged = 0;

void setup() {
pinMode(buttonPin, INPUT);
// declare the ledPin as an OUTPUT:
pinMode(ledPin, OUTPUT);
pinMode(bloccodigitale, OUTPUT);
Serial.begin(9600);

}
void loop() {
digitalWrite (bloccodigitale, LOW);
if (millis() – lastTimeButtonStateChanged > debounceDuration) {
byte buttonState = digitalRead(buttonPin);
if (buttonState != lastButtonState) {
lastTimeButtonStateChanged = millis();
lastButtonState = buttonState;

  if (buttonState == LOW) {
    // do an action, for example print on Serial
    Serial.println("a disposizio");
  }
    else {
Serial.println("trasmissione blocco");
digitalWrite(bloccodigitale, HIGH);

}
}
}

int v =analogRead(A0);
Serial.println(v);
delay(1000);

digitalWrite(bloccodigitale, HIGH);
switch (v) {
case 300 … 400:
Serial.println(“indietro”);
digitalWrite(ledPin, LOW);
break;
case 500 … 600:
Serial.println(“sinistra”);
digitalWrite(ledPin, LOW);
break;

case 200 ... 299:
  Serial.println("destra");
  digitalWrite(ledPin, LOW);
  break;

case 50 ... 100:
  Serial.println("avanti");
  digitalWrite(ledPin, LOW);
  break;

case 1000 … 1023:
Serial.println(“stocazzoide di reed che non funziona una cippa”);
digitalWrite(ledPin, HIGH);
break;
}
delay(10);

}

define forward_button 8

define right_button 7

define left_button 5

define startstop_button 6

define buzzerPin A0

define auxGnd A2 //auxiliary ground pin

include SPI.h

include nRF24L01.h

include RF24.h

RF24 radio(9, 10); // CE, CSN
const byte address[6] = “00010”;
void setup() {
radio.begin();
radio.openWritingPipe(address);
radio.setPALevel(RF24_PA_MIN);
radio.stopListening();
pinMode(auxGnd, OUTPUT);
pinMode(buzzerPin, OUTPUT);
digitalWrite(auxGnd, LOW);
}
void loop() {
//Take the instructions (50 instructions in a row maximum)
char instructions[50];
for (int i = 0; i < sizeof(instructions); i++)
instructions[i] = NULL;
boolean runTheProgram = false;
int i = 0;
while (i < sizeof(instructions)) {
buzz(100);
while (true) {
if (!digitalRead(forward_button)) {
while (!digitalRead(forward_button));
instructions[i] = ‘f’;
break;
} else if (!digitalRead(backward_button)) {
while (!digitalRead(backward_button));
instructions[i] = ‘b’;
break;
} else if (!digitalRead(left_button)) {
while (!digitalRead(left_button));
instructions[i] = ‘r’;
break;
} else if (!digitalRead(right_button)) {
while (!digitalRead(right_button));
instructions[i] = ‘l’;
break;
} else if (!digitalRead(startstop_button)) {
while (!digitalRead(startstop_button));
runTheProgram = true;
break;
}
}
i++;
if (runTheProgram)
break;
}
instructions[i] = ‘s’;
buzz(800);
radio.write(&instructions, sizeof(instructions));
}
void buzz(int duration) {
digitalWrite(buzzerPin, HIGH);
delay(duration);
digitalWrite(buzzerPin, LOW);
}

Napoleone

Napoleone Buonaparte nacque ad Aiaccio in Corsica nel 1769, in giovane età frequentò le scuole militari, partecipò alla Rivoluzione francese in qualità di tenente e si distinse subito per le sue abilità e il suo valore.

La Rivoluzione francese aveva suscitato una reazione degli Stati Europei, che si erano organizzati con la prima coalizione antifrancese. La Prussia e la Spagna furono sconfitte, mentre l’Austria, l’Inghilterra e il Piemonte si mantenevano ancora in armi.

La Francia decise di attaccare l’Austria su due fronti: direttamente, puntando su Vienna con due eserciti, e attraverso una manovra diversiva in Italia con un piccolo esercito comandato da Napoleone Bonaparte, che aveva il compito di battere i piemontesi e tenere impegnati gli eserciti austriaci d’istanza per impedirgli di correre in aiuto a Vienna.

La campagna militare d’Italia si rivelò subito vincente rispetto ai risultati di scarso rilievo degli eserciti mandati in Austria, e alla fine fu addirittura decisiva. Essa può essere divisa in tre fasi:

  1. Nell’aprile del 1796 la sconfitta dei piemontesi terminò con la Pace di Parigi, a causa della quale il re di Sardegna, Vittorio Amedeo III, dovette cedere ai francesi la Contea di Nizza e la Savoia oltre che lasciare libertà di transito attraverso il Piemonte.
  2. Passando attraverso il Piemonte Napoleone vinse gli austriaci e si impadronì della Lombardia. Poi si diresse verso lo Stato Pontificio e occupò Bologna, il porto di Livorno, Ferrara, Ravenna e obbligò il papa Pio VI a firmare l’umiliante trattato di Tolentino con il quale si spogliò l’Italia di innumerevoli opere d’arte, appoggiò infine le città di Reggio e Modena che si ribellarono al loro duca e si costituirono Repubblica cispadana con un proprio esercito e una propria bandiera, il tricolore, che da quel momento divenne il vessillo d’Italia.
  3. Napoleone, dopo aver sconfitto quattro eserciti austriaci giunti in difesa di Mantova, attraversò il Veneto, violando la neutralità della Repubblica di Venezia, e sconfisse le truppe austriache comandate dal fratello dell’imperatore d’Austria al fiume Tagliamento. Risalendo il fiume varcò le Alpi e penetrò nella valle della Drava giungendo ad un centinaio di chilometri da Vienna.

Minacciata sul suo territorio, l’Austria fu costretta a firmare il Trattato di Campoformio nell’ottobre del 1797 in virtù del quale dovette cedere alla Francia la Lombardia ed il Belgio, ricevendo in cambio la Repubblica di Venezia (Veneto, Istria e Dalmazia).

Nei territori italiani nacquero le “Repubbliche sorelle” poste sotto la protezione della Francia e chiamate così perché condividevano gli stessi ideali della Rivoluzione francese. Napoleone fu considerato un liberatore dai tiranni locali e stranieri, ma allo stesso tempo sfruttò le risorse dei territori italiani per finanziare l’esercito e il governo di Parigi.

Le Repubbliche sorelle furono: 

  • la Repubblica cisalpina, formata dalla Lombardia e dalla Repubblica cispadana;
  • la Repubblica ligure;
  • la Repubblica romana, dove il pontefice Pio VI fu fatto prigioniero e condotto in Francia dove morì l’anno seguente;
  • la Repubblica partenopea, strappata a Ferdinando IV mentre le sue truppe tentavano di invadere lo Stato pontificio occupato dai francesi.

Queste Repubbliche adottarono delle Costituzioni simili a quella francese del 1795, infatti furono aboliti i privilegi feudali, vennero affermati i principi quali l’uguaglianza dei cittadini, la libertà di associazione e di stampa e vennero inoltre confiscati e venduti a privati i beni della Chiesa, ma in sostanza la popolazione non vide alcun miglioramento, anzi dovette subire le continue razzie da parte dell’esercito napoleonico.

La campagna d’Egitto fu intrapresa contro il nemico imbattuto, ossia la Gran Bretagna, che possedeva una micidiale flotta navale comandata dall’ammiraglio Nelson.

Napoleone ideò la strategia di colpire l’avversario interrompendo il commercio tra il Mediterraneo e l’India. Per realizzare questo piano doveva costruire una base in Egitto formalmente in mano ai turchi, da cui partire per sferrare gli attacchi via terra.

Appoggiato dal Direttorio che voleva allontanare da Parigi un generale così influente e pericoloso, Napoleone salpò da Tolone nel maggio del 1798 e, sfuggendo alla vigilanza della flotta inglese, sbarcò ad Alessandria.

Napoleone giunto in Egitto, proclamatosi come liberatore del paese dalla tirannide nel luglio del 1798, sconfisse nella famosa battaglia delle Piramidi i Mamelucchi, una casta di origine turca che dominava l’Egitto, ma pochi giorni dopo gli giunse la gravissima notizia che la sua flotta nella rada di Abukir sul delta del Nilo era stata distrutta dalla flotta di Nelson.

Napoleone rimase isolato, ma non si perse d’animo, andò incontro all’esercito turco di Siria, che nel frattempo era stato preparato dagli ottomani, e lo sconfisse nella battaglia del monte Tabor. Poi assediò la città di San Giovanni d’Acri, ma desistette per ritornare in Egitto dove era appena sbarcato l’esercito turco che distrusse proprio nella rada di Abukir.

Nel frattempo le conquiste fatte in Italia e in Europa a causa della seconda coalizione erano andate perdute e la Francia era in pericolo, Napoleone abbandonò allora l’Egitto per ritornare in madrepatria.

Giunto a Parigi, trovò una situazione di estrema difficoltà e il 18 brumaio, cioè il 9 novembre 1799, prese il potere con un colpo di Stato, sciolse i Consigli e il Direttorio e creò un nuovo governo facendosi nominare primo console, in tal modo accentrò nelle sue mani poteri eccezionali, potendo nominare ministri, emanare leggi e difendere gli interessi della nazione.

Il governo instaurato da Napoleone fu di tipo autoritario, perché limitò la libertà di opinione e di stampa, aumentò inoltre il controllo della polizia per sopprimere il dissenso e centralizzò tutte le funzioni dello Stato nelle sue mani.

Sul piano amministrativo, nominò lui stesso i prefetti e i sindaci delle città, controllandone direttamente l’operato.

Sul piano economico creò la banca di Francia e introdusse il franco d’argento e il Napoleone d’oro per contrastare l’inflazione, promosse l’agricoltura, l’industria e il commercio.

Sul piano culturale istituì i licei e riorganizzò l’Università e il Politecnico.

Sul piano sociale fece redigere un nuovo Codice civile chiamato appunto “Codice Napoleonico” che confermò le conquiste rivoluzionarie.

Sul piano religioso nel 1801 firmò un Concordato che riconosceva la libertà religiosa e stabiliva il cattolicesimo come “della maggioranza dei francesi”, la Chiesa dal canto suo accettava le passate confische e riconosceva la legittimità della Repubblica.

Nel frattempo le manovre militari non erano cessate e nella primavera del 1800 Napoleone varcò il passo del Gran San Bernardo in Valle d’Aosta per riprendere le operazioni militari in Italia, sconfisse gli eserciti austriaci a Marengo e ricostruì la Repubblica Cisalpina che venne ribattezzata “Regno d’Italia”, il Piemonte e il Belgio furono annessi alla Francia.

Forte dei suoi successi militari Napoleone e approfittando della scoperta di una congiura repubblicana che lo voleva far saltare in aria, si fece eleggere nel 1802 Console a vita attraverso un plebiscito. Due anni più tardi, il 2 dicembre 1804, mediante un altro plebiscito, si fece nominare “Imperatore dei francesi” nella cattedrale di Notre Dame a Parigi, ponendosi la corona sul capo da solo e non per mano del pontefice, volendo sottolineare così la superiorità della propria autorità su quella della Chiesa. Con questo gesto fu ristabilita la monarchia assoluta e i francesi divennero nuovamente dei sudditi. L’anno seguente si fece incoronare re d’Italia e ponendosi sul capo la corona ferrea, pronunciò le famose parole “Dio me l’ha data guai a chi la tocca!”.

La terza coalizione antifrancese composta da eserciti di Gran Bretagna, Austria, Russia, Svezia e Regno di Napoli, fu fatta per contrastare la minaccia di Napoleone che era sempre più aggressiva.

La prima battaglia avvenne in mare, a Trafalgar, vicino allo stretto di Gibilterra e vide la disfatta della flotta francese per opera dell’ammiraglio Nelson che però perse la vita nel combattimento.

La seconda battaglia fu combattuta ad Austerlitz in Moravia, nell’attuale Repubblica Ceca, e fu vinta dai francesi che ottennero dall’Austria il Veneto, l’Istria e la Dalmazia, annettendole al Regno d’Italia.

 Il fratello di Napoleone, Giuseppe Bonaparte, divenne re del Regno di Napoli che era nel frattempo caduto nelle mani dei francesi.

Napoleone, scontrandosi con la quarta coalizione antifrancese, sconfisse e cancellò il Sacro Romano Impero Germanico che esisteva dal 962.

Per indebolire la Gran Bretagna impose un embargo continentale impedendo agli inglesi di commerciare in Europa, poi invase la Spagna che si rifiutava di applicare il blocco. Qui insediò sul trono suo fratello Giuseppe, ma la Spagna si ribellò ed iniziò una guerriglia, il Portogallo si rifiutò di applicare il blocco e fu a sua volta occupato.

Anche lo Stato Pontificio si rifiutò di applicare il blocco e fu anch’esso occupato e a causa di ciò Napoleone venne scomunicato.

La distruzione della quinta coalizione antifrancese segnò l’apogeo della potenza napoleonica, infatti Napoleone sconfisse nuovamente l’Austria e prese in moglie Maria Luisa, figlia dell’imperatore stesso, dalla quale ebbe l’erede che prese il nome di Napoleone II.

Napoleone, sempre per imporre il blocco dei commerci, intraprese la campagna di Russia con 400.000 soldati e senza molte difficoltà arrivò a Mosca. La città fu abbandonata dai russi e tutto fu dato alle fiamme per privare di viveri, riparo e sostentamento l’esercito francese, per via della strategia della “terra bruciata”.

Nell’ottobre del 1812 Napoleone capì che il “generale inverno” sarebbe arrivato implacabile e ordinò la ritirata, ma il freddo, la fame, le malattie, le diserzioni e l’inseguimento dei cosacchi, fece sì che rientrassero in Germania solo 25000 soldati.

La sesta coalizione segnò il declino di Napoleone, infatti gli eserciti di quasi tutte le Nazioni d’Europa si scontrarono a Lipsia nel 1813 in quella che fu chiamata la “battaglia delle nazioni” e, a seguito di numerose defezioni e tradimenti, Napoleone fu sconfitto e costretto a ritirarsi.  La Francia fu invasa e furono liberati tutti i paesi occupati dai francesi. Venne restaurata la monarchia e Napoleone fu quindi costretto ad abdicare in favore di Luigi XVIII, fratello di Luigi XVI ed a ritirarsi sull’isola d’Elba.

Nel febbraio del 1815 Napoleone fuggì dall’isola d’Elba e sbarcò in Francia, acclamato dalla folla si diresse a Parigi, facendo fuggire il re, ma il suo governo durò pochi mesi, un periodo noto come “i cento giorni”. Gli Stati Europei non erano più disposti a tollerare il ritorno di Napoleone e organizzarono la settima coalizione antifrancese. Il 18 giugno 1715 a Waterloo, in Belgio, egli fu sconfitto definitivamente dalle truppe inglesi e prussiane.

Sul trono di Francia tornò ad esserci Luigi XVIII e Napoleone fu esiliato sull’isoletta di Sant’Elena, in mezzo all’Atlantico, dove morì il 5 maggio 1821.